Appartenenza



In quella feritoia buia e nascosta
tra scogli grigi e lucenti,
il mare, senza sosta, s'intrufola
onda dopo onda, in un unico moto.

Si rizza, schiuma, si arrotola,
si placa, riprende e s'increspa,
s'inarca, 
tutto ricopre di schiuma e di sale.

Ed io, scrutando
 quel moto, 
immerso nell'inceder dell'onda, 
mi chiedo il perché della vita.

Chi siete, che cosa siete voi per me?

Il mare scuote la roccia,
rivolta la sabbia facendo risacca
come la vita
che spezza, stravolge la nostra bonaccia;
e poi sempre riparte, rinasce, rivive. 

Sopraggiunta la sera, m'interrogo, 
ascolto:
e voi siete lì, come la luce e la roccia.

Chi siete voi,
che non smetto di pensare,
mentre cerco un punto, 
il richiamo per poter navigare?

Per cui batte, a cui s'aggrappa il cuore,
come roccia, come faro, 
e poi come porto, a cui ritornare?

Rabbunì... la strada!

 

28/09/2017