Vestito di giacca e cravatta, fiero, in mano il violino, davanti per terra un cestino, a fianco un bambino. Suonava, e il bimbo passava, occhi bassi, a tender la mano furtiva, guardingo che nessun lo vedesse. Ma io qui ci son nato! La donna che poi fu mia madre qui, proprio qui sulle scale, di fronte alla Senna, sedeva bambina per chieder limosina, proprio come quel bimbo, occhi bassi per grave pudore. L'ho guardato negli occhi quell'uomo: eran grigi, come fu di mia madre, spersi e profondi che rispecchiavano il cielo, eran pieni di vita. E ho dato una carezza al suo bimbo; poi gli ho messo nel palmo qualcosa, furtivo, che non fosse d'impiccio. I suoi occhi, che alzava giammai, mi han guardato ed han fatto un sorriso. Ero nessuno, in mezzo alla folla ma forse qualcosa è rimasto di più che la mia carità: quella carezza, il grigio degli occhi, il suo sguardo e se ci rivedremo... il sorriso.