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Visualizzazione dei post con l'etichetta Jaroslav Seifert

Il vecchio campo di battaglia

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I l sole gira l’ombra alle cose, la terra è incinta di morti. Già si spacca, andiamo e balliamo in tondo! È notte, è mattino e fra le nebbie fa giorno, avvolti in brandelli tutti dormono . È il mantello di Arlecchino, la terra, una scacchiera sfondata,  è l’ Europa . Jaroslav Seifert   Non ci sarà libertà, ma solo morte, per chi dorme

Praga

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  S opra le coltri elefantine delle aiuole un cactus gotico fiorisce in teschi regali e nelle cavità di malinconici organi, nei metallici grappoli cannosi, marciscono antiche melodie. P alle di cannone, semi di guerra ha disperso il vento. S opra ogni cosa svetta la notte, e nel bosso di cupole sempre verdi lo sventato imperatore in punta di piedi se ne va ai giardini magici delle sue stòrte, e nella bonaccia delle rosee serate tintinna un fogliame vetroso, che le dita degli alchimisti toccano come vento. A ccecano i telescopi per orrore del cosmo; e i fantastici occhi degli stellonauti se li è bevuti la morte. E intanto la luna ha deposto uova nelle nubi, stelle nuove sono sgusciate a frotte come uccelli che migrano da terre nericce canticchiando la canzone dei destini umani, ma nessuno c’è che li possa intendere. A scoltate le fanfare del silenzio, su tappeti logori come sindoni di secoli ci incamminiamo verso l’invisibile futuro e Sua maestà la polvere si adagia lieve sul trono vu

Mozart a Praga

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  M iserere se dico Praga , subito vedo i tuoi occhi; e qui fra questi rintocchi guarisce ogni mia piaga . E se dal tuo il mio sguardo divaga i suoni del mondo si fanno sciocchi. Miserere se dico Praga, subito rivedo i tuoi occhi . R itornerò sempre , da qualsiasi plaga, dovessi nel gelo strisciare i ginocchi, e non darei un giaciglio di questa maga per un palazzo di Roma e per tre occhi. M iserere se dico Praga! Jaroslav Seifert  Mozart a Praga  Tredici rondò su Praga  (rondò n. 7)

Le tue gambe

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...  l'ago della bussola si sposta e trema come il mio cuore quando scorgo sulla scala della loggia le tue gambe Jaroslav Seifert

rondò di primavera

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Tu devi credermi, io sarei felice  se sorrisi mandassero i tuoi occhi quando stasera dovrai ricucire ciò che le mie mani ti hanno strappato. Quelle mani che finora io sentivo essere vuote senza i tuoi seni. Tu devi credermi, io sarei felice se sorrisi mandassero i tuoi occhi. Quando poi starai per addormentarti, il tuo sonno sia come quello di un re che ha riconquistato il proprio castello svettante sulla cima di una rupe. Hradčany,  Castello   di Praga Tu devi credermi io sarei felice se sorrisi mandassero i tuoi occhi. Jaroslav Seifert

Dove ho mai letto....

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Dove mai ho letto della sottile tunica di fanciulla? Così poco si difendeva Che era facile vincerla. Appena scivolata sull' onda della spalla Non la poté più trattenere il seno Lui stesso capitato nel palmo della mano Come un agnello smarrito che cade Dentro la tana del lupo. Jaroslav Seifert ~~~~~~~~~~~~~~~ Che dire? Seifert è un poeta Ceco di Praga che ha vinto il nobel nel 1984. Le sue poesie sono quasi tutte poesie d'amore, ma non amore svenevole quanto piuttosto un amore che lo afferra tutto, corpo e  anima, e partendo dalla realtà va al profondo del senso della vita. Non per nulla in quasi tutta la sua poetica è sempre presente oltre all'amore la morte: non come fatto tragico e negativo, bensì come parte del cammino di ognuno. Ha molto amato, non so se solo sentimentalmente ma credo anche carnalmente, perché  dimostra molta passione. Ed è sottilissimo nel descrivere la donna, la vita, i desideri, i fremiti della passione.  Ma Seifert  è ben ra