Lo Zappatore ed il Pianista.
Chopin, Etude in C-sharp Minor, Op. 10 No. 4 (F. Pulina) Quando siedi alla mia mensa non ti chiedi donde vengon il pane, la pasta ed i legumi. Io zappo, traccio i solchi con l'aratro spargo il seme nel tracciato poi copro e attendo: sarà la terra, col mio sudore, a dare il frutto. Così sei Tu: abito scuro, satin di raso e seta, ti siedi al pianoforte, buio nella sala, i riflettori su di te, te solo; silenzio! Quell'attimo di attesa apre le zolle nei nostri cuori, mentre le mani protese avanti rivoltan la terra dei nostri cuori. Poi le dita leggere sui tasti, d'ebano e d'avorio, come le mie mani sull'aratro, volano, raccolgono spighe d'armonia e in quei solchi, appena tracciati, spargono semi di nostalgia. Non siam così diversi, io nutro il corpo tu nutri il cuore rendi possibile desiderare ciò che cerchiamo di ritrovare: il perché della vita.