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Visualizzazione dei post con l'etichetta Grossman - Vita e destino

Non avere paura: è per tutta la vita...

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Siamo a Stalingrado  uno dei campi di battaglia più strazianti del novecento.  Le trincee sul Volga sono a ferro e fuoco, i pochi soldati sovietici rimasti difendono strenuamente i loro capisaldi, ultimo ostacolo di fronte alle truppe tedesche che stanno per conquistare la città.  Katja Vengrova ,  una marconista, viene mandata in quella trincea, di soli uomini che da mesi non vedono una donna, e che, fin da subito, discutono su  chi abbia maggiori possibilità di portarsela a letto. Finché  una granata le distrugge la radio, e senza radio una marconista non serve. Ma il comandante la tiene ancora in trincea... suscitando illazioni sulle sue i intenzioni.  Intanto Katja fa conoscenza con il giovane mortaista   Sergiej Saposnikov. Mentre non si sa se si uscirà vivi da quella trincea e da quella notte, e mentre il male sembra vincere su tutto...   «Lei gli accarezzava i capelli sporchi e ispidi come fosse un bambino; sapeva che quanto stava per accadere era inevitabile. Lui l'ab

Ciò che è vivo non ha copie..

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«Poi dalla nebbia emerse la recinzione del lager: più giri di filo spinato tesi tra piloni di cemento. Una dietro l'altra, le baracche formavano strade ampie e diritte. La ferocia disumana dell'enorme lager si esprimeva in quella regolarità perfetta. Le izbe  russe sono milioni, ma non possono essercene - e non ce ne sono - due perfettamente identiche. Ciò che è vivo non ha copie. Due persone, due arbusti di rosa canina, non possono essere uguali, è impensabile... E dove la violenza cerca di cancellare varietà e differenze, la vita si spegne». Vasilij Grossman Vita e Destino Biblioteca Adelphi 534 pagg. 13-14

I capi

Come per Grossman in "Vita e destino“  così anche per me I capi, i direttori sanno dire una cosa sola: i risultati! Crepa (...), ma voglio i risultati.

Non erano le parole

da Vita e destino di Grossman  Non erano le parole a spaventarlo ma il fatto che l'amico non gli dicesse tutto e che lui non riuscisse a domandargli se collaborava con la polizia segreta