La caduta
Caravaggio, L'urlo.
Giuditta che taglia la testa di Olofrene
È come
se l'attimo
in cui vieni risucchiato dal vuoto
per sfracellarti là
sotto
in fondo
sulla roccia,
e ti manca il respiro
e l'urlo
soffocato
non esce,
non riesce,
e senti l'impatto
prima ancora che sia...
e ripercorri tutta la vita
ristretta in un bagliore di memoria...
È come se quell'attimo
terribile
fosse d'un tratto rallentato,
congelato nel suo accadere,
sensazione fisica di morire
reiterata
nel frangente.
Il nulla, il vuoto
l'abbandono
il terrore:
cado e non c'è appiglio,
solo l'urto, imminente,
che non arriva, ma è lì,
ad un passo:
un ripetersi infinito
di quasi morte.
Tremore,
e un cuore ferito a sangue.
parlando di mobbing