Venerdì Santo
Come la carne riprende vita all'istante,
nel lebbroso guarito
come il cieco nato
non solo ha visto ma è rinato
e il paralitico ha preso il suo lettuccio
per non peccare più
così nel cuore un tremito
perché Tu sei.
È come il frinire delle cicale
che ferma il tempo in un lampo
o come il vento tra le spighe mature
che ne odi la voce
e nell'onda, crescente, ne vedi il frutto:
il perché Ultimo delle cose.
O come stimmate
che perforando la carne
ci trapassano della Tua presenza,
la inchiodano a me:
potrei staccarmi dal legno
ma rimarrebbero per sempre le impronte,
a farmi tornare.
e il paralitico ha preso il suo lettuccio
per non peccare più
così nel cuore un tremito
perché Tu sei.
È come il frinire delle cicale
che ferma il tempo in un lampo
o come il vento tra le spighe mature
che ne odi la voce
e nell'onda, crescente, ne vedi il frutto:
il perché Ultimo delle cose.
O come stimmate
che perforando la carne
ci trapassano della Tua presenza,
la inchiodano a me:
potrei staccarmi dal legno
ma rimarrebbero per sempre le impronte,
a farmi tornare.