Ad ogni tiranno la sua corda...
Albert György, Emptiness |
AD OGNI TIRANNO
LA SUA CORDA
qualunque tiranno sia
Tu che hai ferito l’uomo semplice
sghignazzando sulla sua sventura
e confondendo il bene e il male
insieme a quei buffoni che intorno a te si assiepano,
anche se tutti ti si prostrassero
celebrando la tua saggezza e il tuo valore,
medaglie d’oro coniando in tuo onore,
felici perché sono, ancora un giorno, salvi,
Non sentirti al sicuro.
Il poeta non scorda.
Uccidilo: ne nascerà uno nuovo.
Saranno scritti gli atti e le parole.
Meglio per te d’inverno, al sorgere del sole,
un ramo curvo sotto il peso e la corda.
Czeslaw Milosz
Poco importa che sian capi. mariti, mogli, colleghi, lecchini d'ogni sorta (ogni tiranno ha i suoi finti interessati adulatori): ogni atto o condizione, anche di un collega, che imponga ad altri un peso non dovuto, è un sopruso, un vero sfruttamento da parte del tiranno di turno. Meglio per lui la vergogna e la gogna.
Sempre parlando di mobbing.
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cantieri navali di Danzica
Poesia incisa alla base del monumento voluto da Solidarnosc
per commemorare i 70 operai uccisi dalla polizia del regime comunista,
durante la rivolta del 1970.