La musica


Apro il primo albore con la chiave di violino. 
La nera notte è intarsiata di tenerezza.
L’orizzonte con la mano scarlatta scorre
il giorno
come pentagramma dell’eternità.

Che sarà oggi? Quale lieto frammento
della mia cocente sorte?
Il mondo mi ha stretta tra le fredde braccia
e ricava da me un bemolle.
Amore modesto –  il mio corno.
E il seguito? –
il primo violino del rimpianto.
E io sul fondo quotidiano                          
batterò come un tamburo.

Provo una grande leggerezza. Una grande difficoltà.
Voglio sentire la musica, musica, musica!
Sassofono, trombone, fagotto.

La musica mi bacia sul braccio come un cavallo
col suo buon labbro vellutato.
L’anima, imbrattata da un fatto spiacevole 
si lava sotto l’antenna.

Si può direttamente da una manciata d’aria
attingere un notturno di Chopin.


Lina Kostenko.  

(Ržyščiv, regione di Kiev,1930)
(Traduzione di Paolo Statuti) 


“la poesia è una festa, come l’amore. Non so che è. Io sono solo uno strumento / con cui piangono i sogni del mio popolo”