Il libro
i Sopra il leggìo di quercia è nell’altana, aperto, il libro. Quella quercia ancora, esercitata dalla tramontana, viveva nella sua selva sonora; e quel libro era antico. Eccolo: aperto, sembra che ascolti il tarlo che lavora. E sembra ch’uno (donde mai? non, certo, dal tremulo uscio, cui tentenna il vento delle montagne e il vento del deserto, sorti d’un tratto...) sia venuto, e lento sfogli — se n’ode il crepitar leggiero — le carte. E l’uomo non vedo io: lo sento, invisibile, là, come il pensiero... ii Un uomo è là, che sfoglia dalla prima carta all’estrema, rapido, e pian piano va dall’estrema, a ritrovar la prima. E poi nell’ira del cercar suo vano volta i fragili fogli a venti, a trenta, a cento, con l’impazïente mano. E poi li volge a uno a uno, lenta- mente, esitando; ma via via più forte, più presto, i fogli contro i fogli avventa. Sosta... Trovò? Non gemono le porte più; tutto oscilla in un silenzio austero. Legge?... Un istante; e volta le contorte pagine, e torna ad ins...